Curcuma: la spezia dai mille benefici

Utilizzata nella medicina cinese e indiana da oltre 2500 anni, la curcuma (Curcuma Longa L.) è una pianta appartenente alla famiglia delle Zingiberaceae, la stessa dello zenzero e del cardamomo.   

Il composto maggiormente attivo è la curcumina, una polvere di colore giallo-arancione che si ottiene dalla lavorazione della radice, che negli ultimi anni è stata molto studiata per gli effetti positivi sui geni dell’invecchiamento e che è da sempre utilizzata nella medicina Ayurvedica per il suo potenziale analgesico, antibatterico, antinfiammatorio

Quali sono gli effetti positivi per la salute?  

Gli studi clinici finora condotti sull’uomo mostrano un miglior controllo della glicemia, un miglioramento del profilo lipidico e in soggetti con aterosclerosi una riduzione del rischio di trombi.

La curcumina sembra avere inoltre un’azione neuroprotettiva proprio grazie alla sua natura lipofilica (cioè che si scioglie facilmente negli oli) che le permette di superare la barriera ematoencefalica.

Infine, oltre all’azione antinfiammatoria, sembra avere attività antiossidante paragonabile a quella della vitamina E.

Vediamo nel dettaglio alcuni di questi aspetti:

Diabete di tipo 2: la curcumina, somministrata con olio extravergine di oliva o combinata con la piperina, esercita un’azione antidiabetica attraverso la regolazione della glicemia (con riduzione dei livelli di emoglobina glicata – HbA1c e HOMA index).

Parallelamente il miglioramento del profilo lipidico (cioè la riduzione di colesterolemia tota­le, LDL e VLDL e della trigliceridemia) contribuisce a valorizzare, in termi­ni di prevenzione e riduzione del rischio cardiovascolare, l’effetto antidiabetico.

L’azione antinfiammatoria della curcumina è stata dimostrata in numerosi studi, evidenziando come l’assunzione di questa sostanza rispetto al placebo abbia effetti positivi sulla riduzione del dolore e sul miglioramento della funzionalità dell’articolazione in soggetti con artrosi del ginocchio.

Non solo, l’azione antinfiammatoria è stata evidenziata anche nelle patologie allergiche a livello respiratorio, come l’asma ed è ampiamente sfruttata in ambito dermatologico come coadiuvante in patologie complesse quali psoriasi e sclerodermia.

Il morbo di Crohn e la colite ulcerosa sono patologie croniche dell’intestino, caratterizzate da una massiccia reazione infiam­matoria, che viene contrastata dalla somministrazione di curcumina, riducendone la sintomatologia. L’efficacia risulta associata all’assunzione di curcumina per un periodo di tempo prolungato (almeno tre settimane) migliorando anche l’esito della somministrazione contemporanea dei farmaci specifici per queste condizioni morbose.

Consigli pratici: come utilizzare la curcuma

Considerata la sua scarsa biodisponibilità e la rapida eliminazione con le feci e la bile sarà necessario qualche accorgimento in cucina per migliorarne l’assorbimento e trarre il massimo beneficio dalle sue proprietà.

Abbinare la curcuma con uova o utilizzare olio extravergine di oliva e altri alimenti ricchi di lecitina (un emulsionante naturale) favorirà l’assorbimento di questa spezia.

Se sei un’amante dei sapori decisi, sarà sufficiente macinare del pepe nero; la piperina, infatti, aumenta significativamente l’assorbimento intestinale della curcumina amplificandone le attività.

Essendo stabile anche ad alte temperature, può essere utilizzata in cucina senza perderne le proprietà ma, come molte spezie è sensibile alla luce pertanto è meglio proteggerla e conservarla in contenitori scuri e in luoghi freschi. Meglio acquistarla in piccole quantità e non conservarla a lungo per evitare che diventi amara.

Il consiglio è quindi di utilizzare la curcuma in cucina non solo per ricette tipicamente orientali, ma anzi, di insaporire primi, secondi e verdure favorendone l’assorbimento con l’aggiunta di pepe o di un filo di olio extravergine di oliva!

Scopri la mia ultima ricetta con questa spezia: grissini alla curcuma.

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